Uno dei prodotti forse meno piacevoli della forma mentis dell’uomo moderno occidentale è la necessità assoluta, e quindi senza possibilità di scelta, di aderire ad un modello analitico e razionale che taglia completamente fuori altre dimensioni del pensiero, relegandole a zone buie, pericolose e “patologiche”.
E’ qualcosa di cui si può fare facilmente esperienza attraverso l’incontro, spesso nel disagio, con alcune correnti dell’arte, oppure trascorrendo qualche ora con persone che hanno perso il contatto con la realtà e che vivono totalmente immersi nel delirio, schiavi di un mondo di fantasia ormai diventato l’unica realtà.
Ma anche la persona normalmente funzionante, e che si aggrappa al pensiero convenzionale e socialmente accettato, difficilmente cercherà qualcosa al di fuori del mondo che percepisce come unico possibile proprio perché quest’ultimo, o sarebbe meglio dire la sua descrizione psicologica, rappresenta un feticcio che mantiene in vita la sicurezza a cui tutti noi aneliamo, sebbene questo significhi dimenticarsi progressivamente tutto un mondo interiore vivo nell’infanzia e che ribolle continuamente parcheggiato nel mondo dell’inconscio.
La descrizione della realtà, come collettivamente intesa, non è che una delle interpretazioni possibili di quello che ci circonda, e i più coraggiosi, coloro che non si accontentano di una lettura collettiva che ormai fa acqua da tutte le parti, si muovono in un pericoloso mondo senza punti di riferimento, alla ricerca di una nuova logica e di un nuovo senso. Ed è un richiamo forte, presente da sempre nella natura umana, foriero di rivoluzioni e destrutturazioni fino ad arrivare al rovesciamento del paradigma imperante in un certo momento storico di cui anche Thomas Kuhn parla.
Questo avviene nel mondo della psicologia, in quello della sociologia, in quello della filosofia e un po’ alla volta, con notevole resistenza, anche in quello della scienza della natura.
Questo richiamo è sempre stato e sempre sarà la spinta dei figli di Mercurio/Hermes, il loro tributo alla ristrutturazione del pensiero anche attraverso sconvolgimenti amorali, riportando nella sfera della coscienza collettiva i contenuti rimossi.
E’ Mercurio che solleva il dubbio sul paradigma scientifico, ed è sempre Mercurio che si sottrae alla classificazione dei “fatti” con strumenti di misurazione inadeguati e insensati.
Ginette Paris, nel suo testo “Hermes e Dioniso” lascia intendere che proprio attraverso la coltivazione della metis, dell’intelligenza mercuriale analogica, intuitiva ed ispirata, è possibile sottrarsi anche al dominio del pensiero razionale, attribuito ad Apollo. Scrive nel suo testo che:
“Hermes oppone ad Apollo un pensiero mitico che per gli antichi greci era altrettanto valido di quello razionale. Purtroppo, da quando il pensiero logico ha concluso per la razionalità del mondo e per il suo adeguamento alla ragione umana, son siamo più abituati al pensiero mitico. (…)”.
L’Astrologia, nella sua accezione più alta e non corrotta dagli interessi, è materia mercuriale per eccellenza: crea disagio, dubbio, spezza le convinzioni di quello che è “sensato”.
Crea crisi e ferisce e quindi permette l’incubazione e lo sviluppo del pensiero individuale.
Ma in quanto mercuriale e fuggevole, proprio come il mercurio alchemico, non sarà mai proprietà di nessuno, sottraendosi anche alla perfetta padronanza delle tecniche per inserire il dubbio del “E se…?” e lasciando intatto il Mistero che la circonda.
“La sorte degli ermetisti differisce da quella degli altri esseri umani solo nel fatto che i primi hanno fame e sete di conoscenza che permette di comprendere quegli eventi che gli altri si limitano a subire. La loro sorte non comporta nessun privilegio. Proprio al contrario, gli ermetisti portano un carico di un dovere ulteriore, precisamente il dovere interiore di comprendere quell’insieme di miracoli e di disastri che costituisce la vita e il mondo. Questo dovere li fa apparire presuntuosi o infantili agli occhi del mondo, ma è l’arcano dell’ispirazione -l’arcano dell’entità alata che versa l’acqua viva da un vaso all’altro- che li rende così come sono.” (da “Meditazioni sui Tarocchi”)
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