La “pressione” nella scrittura come indice di passionalità: quanto c’è di vero dietro alla convinzione che un gesto “premuto” sulla carta piuttosto che un gesto “lieve” riveli una tendenza alla passionalità più marcata?
Come sempre, la grafologia ci insegna che lo studio di una scrittura non deve mai soffermarsi su un unico elemento per arrivare a trovare risposte e conferme, ma risulti indispensabile valutarla nella sua complessità, attraverso l’analisi delle infinite combinazioni di segni riscontrabili.
Sicuramente però, la pressione impressa sul foglio è già di per sé un indice rivelatore del bagaglio energetico di cui l’individuo dispone; altrettanto vero è che risulta estremamente importante arrivare a comprendere in che modo e in quale direzione tale carica vitale verrà impiegata, da quali motivazioni sarà sostenuta e verso quali scopi sarà orientata.
Possiamo fornire quindi alcune indicazioni di massima che ci mettano sulla strada: il concetto di passione è strettamente connesso a quello di energia ed il tema, non neghiamolo, incuriosisce sempre molto catturando l’attenzione generale.
Difficilmente non sbaglieremmo dichiarando che chi possiede una natura fortemente passionale risponderà con maggiore intensità agli stimoli di ordine materiale, sensoriale, istintuale e quindi anche sessuale; la persona sarà chiamata a sperimentare la vita attraverso le sue implicazioni più concrete e maggiormente connesse al piano terreno. Un’energia potente necessita di gratificazioni tangibili, che esplorino il mondo materico, ma ciò non esclude, se altri segni intervengono in tal senso, che tale carica sia sorretta anche da un adeguato apporto di sentimento; molte grafie fortemente “marcate” appartengono a chi riesce a coniugare felicemente l’aspetto più concreto e realistico della vita con quello più squisitamente sentimentale e ne sono un esempio artisti che hanno saputo esprimersi attraverso opere intense ma al tempo stesso delicate.
L’intervento del mondo emotivo
Anche una potente carica energetica può risultare suscettibile agli “scossoni” emotivi: noi siamo costantemente bombardati da emozioni di ogni tipo e le nostre risposte non sono altro che la modalità con cui ci poniamo rispetto agli stimoli provenienti sia dall’esterno che da noi stessi. Sperimentatelo con carta e penna! Provate a scrivere in una condizione di forte tensione, di agitazione o di rabbia e confrontate i segni grafici con quelli prodotti in un momento in cui avete scritto con tutt’altro spirito e vi accorgerete della differenza!
La nostra vitalità è un parametro in costante mutamento: le alternanze sono fisiologiche (entro certi limiti, questo è ovvio) e di conseguenza anche al gesto scrittorio imprimeremo cariche diverse. La costituzione di base dell’individuo resta pertanto un patrimonio congenito di cui la nostra scrittura ne costituirà l’espressione, ma verrà anche inevitabilmente condizionata dal vissuto emotivo con tutte le variabili del caso.
Non si senta escluso dai richiami sulla passione chi sta osservando la propria scrittura e non ne riscontri una pressione eccessivamente accentuata: siete forse semplicemente dei passionali più “idealizzati”, più inclini all’avvicinamento spirituale rispetto a quello materiale, maggiormente sensibilizzati a recepire vibrazioni provenienti dai piani “alti” del mentale.