La Luna piena in Ariete avrà luogo il 25 settembre 2018 alle 04.52, coinvolgendo l’Asse Ariete/Bilancia a 1°59′.
Si tratta di un Cielo particolarmente dinamico e del resto, negli ultimi mesi, abbiamo consolidato l’abitudine a rispondere attivamente agli stimoli energetici proposti dagli attuali transiti.
Ribellioni negate: la brace ardente del risentimento
In molti, me compresa, abbiamo vissuto in passato relazioni che hanno portato ad emersione tanto dolore, di cui in quel momento non si comprendeva la funzione. Non mi riferisco solamente al classico rapporto sentimentale, ma anche e soprattutto a relazioni sofferte con i figli, tradimenti da parte degli amici più cari, porte chiuse in faccia al lavoro, manipolazioni, ricatti emotivi e sottomissioni di varia natura e diverse sfumature.
Partendo dall’attuale consapevolezza che i nostri genitori, anche i più disattenti, anche i più anaffettivi, anche quelli che ci hanno lasciato da soli e abbandonati a noi stessi, hanno assolto la loro funzione al meglio in ciò che avevamo bisogno di sperimentare come ingresso nel mondo, di certo nella fase infantile e soprattutto adolescenziale tutti noi ci siamo ribellati a gran voce, o almeno abbiamo tentato di farlo, seppur a volte maldestramente.
Se non lo abbiamo fatto e siamo stati i classici “bravi bambini/ragazzi“, ubbidienti, quelli che “non davano problemi” e non facevano preoccupare, possiamo aver covato in silenzio delle forme di ribellione che non abbiamo osato esprimere; eppure quei sentimenti sono lì, ancora vivi, come braci ardenti sotto la cenere di una falsa facciata di accondiscendenza.
Un alleato particolare: il diario segreto
Le persone che hanno svolto la funzione di accudimento primordiale (non necessariamente i genitori), significavano per noi garanzia di sopravvivenza, e la paura del rifiuto, la paura di essere puniti possono aver giocato un grande ruolo nella scelta, conscia o inconscia, di barricarci dietro muri di silenzio; forse però ci siamo permessi di confidarci con qualcuno o qualcosa, magari la nostra penna ha scritto la verità su un diario segreto, riservato custode dei momenti più bui e dei sentimenti più inconfessabili, forse quel diario è stato trovato, letto e ci siamo sentiti violati nel diritto alla privacy.
Quale faccia vuoi che ti mostri? Vuoi che io menta? Lo farò, se questo mi assicura la sopravvivenza e, di nascosto, nutrirò risentimento, perché mi distogli da me, da ciò che sono veramente
Questi i pensieri nei confronti di chi, in casa, si aspettava da noi ciò che non eravamo e non saremmo mai stati, ma per non andare incontro a discussioni, perché non fingere di soddisfare tali aspettative?
Sembra un lucido piano degno dei libri di Agatha Christie, in realtà è un meccanismo di difesa che, negli anni, si cristallizza fino a portare la persona alla completa identificazione con questa maschera mistificata di sé; in età adulta si esplora spesso questa ombra così antica incappando in relazioni sofferte.
La fame di Amore dei nostri Antenati: la dipendenza affettiva
La dipendenza emotiva è, al pari delle dipendenze fisiche quali l’alcool, o le tossicodipendenze, una droga; l’oggetto di attenzione non è una sigaretta o una bottiglia, ma una persona, idealizzata a tal punto da vederla in maniera completamente distorta.
Si tratta di un modello affettivo a radice genealogica, spesso ci carichiamo della sofferenza affettiva di un nostro Predecessore per una forma di lealtà inconscia, facciamo allora fatica a staccarci da un automatismo conosciuto e familiare, che ci garantisce appartenenza al Sistema familiare.
L’Albero si risana attraverso la creazione di un nuovo ramo che fiorisce dal lavoro di consapevolezza sulle proprie ferite, è il tempo della guarigione del cuore
Sentiamo di dover ripetere quella fame di amore e così, improvvisamente, come un fulmine a ciel sereno, ci ritroviamo di nuovo a sentire il dolore dell’abbandono provato a 7 anni, anche se ne abbiamo più di 40. Eppure lui/lei sono persone che non hanno tempo, né risorse da dedicarci, ma noi aspettiamo che questa persona sazi, riempia un buco di amore che non ha fondo, accontentandoci di briciole come uccellini affamati.
Non possiamo caricarci il fardello doloroso dei nostri Antenati ma, attraverso il nostro lavoro di consapevolezza, possiamo far nascere un nuovo ramo fiorito.
Il contatto con le nostre fragilità
Proprio quando viviamo relazioni di questo tipo entriamo in contatto profondo con le nostre vulnerabilità, le nostre fragilità, e dall’inconscio emergono immagini: spesso siamo catapultati in un brusco risveglio che origina molte volte dal mondo onirico.
Improvvisamente sogniamo di essere piccini, impauriti, ci svegliamo di soprassalto chiedendoci chi siamo e cosa stia succedendo. Come abbiamo fatto nell’infanzia, responsabilizzando i nostri genitori per le nostre inadeguatezze, anche in questo tipo di relazioni proiettiamo l’intera responsabilità sull’altra persona che, nella nostra visione, non può, non vuole, non sa amare (e che solo noi possiamo salvare).
Quale specchio per le allodole!
Se ci siamo vissuti come anello di coesione della coppia genitoriale, se nonostante i nostri sforzi per tenerli uniti, mamma e papà si sono separati ugualmente o, peggio, sono rimasti assieme solo per noi e ne abbiamo percepito l’alienazione psicologica, abbiamo sviluppato una coazione a ripetere esperienze in cui tentiamo di salvare qualcuno che non vuole, caricandocene le dinamiche personali.
Ciò perché tentiamo disperatamente di sanare l’impotenza e la frustrazione derivanti dal non essere stati capaci di salvare la diade genitoriale. Questo è uno dei sentimenti che fertilizzano l’ingresso in relazioni triangolari, come modalità di risoluzione di antiche ombre di famiglia; ci entriamo perché questo tipo di relazioni ci connette col mondo dei segreti, del proibito, infatti spesso non sono relazioni che si concretizzano in progetti costruttivi alla luce del sole.
Portare consapevolezza ai propri traumi infantili, originatisi proprio perché avevamo bisogno di alcuni apprendimenti e abbiamo scelto l’ingresso in un Sistema familiare di un certo tipo, è importantissimo per darsi il permesso di accedere a forme di relazione basate sulla condivisione e su una serena empatia.
La nuova relazione: nutrimento dell’anima
Bando ai tormenti, lontano dalle relazioni che ci fanno sentire da soli in compagnia! E’ necessario essere disposti a crescere ed evolvere spiritualmente assieme, la relazione non è più un portale che garantisce sicurezza, non è il biberon che sazia la nostra fame di amore, eppure può essere una grandissima fonte di nutrimento per l’anima.
Ci si avvicina perché assieme all’altra persona ci sentiamo migliori, perché con quella persona possiamo aprirci, lasciarci andare all’essere noi stessi, ed entrambi abbiamo il desiderio di costruire qualcosa di nuovo, di bello, proprio a partire dall’esperienza del nostro vissuto.
Esperienza che è cardine di un nuovo paradigma di maturità relazionale, non certo pauroso deterrente all’intimità con gli altri. E comprendiamo come, quando noi lavoriamo interiormente per diventare ogni giorno il meglio di ciò che siamo, appaiono sulla nostra via le persone che ci possono aiutare e sostenere in questo percorso.
Ci accorgiamo che siamo diversi anche noi, che le nuove amicizie assumono presto un’importanza pari (o superiore) alle persone di famiglia, che improvvisamente ci scopriamo capaci di collaborazioni, alleanze di lavoro, basate sul sostegno reciproco, ci troviamo a ricevere amore ed abbondanti manifestazioni di affetto, mentre in passato tutto ciò poteva sembrare impossibile da realizzare ed effettivamente lo era stato.
Quale miracolo allora è accaduto? Spesso è necessario, soprattutto dopo la fine di relazioni importanti, essere disponibili ad un periodo di libertà funzionale all’incontro con le nostre parti più delicate, quelle che ci avevano traghettato negli abissi.
E credo profondamente sia importante (o almeno lo è stato e lo è per me) farsi accompagnare lungo questi sentieri, all’inizio non è facile ma è l’unico modo per darsi la possibilità di vivere una vita diversa e relazioni consapevoli.
Togliere i cerotti che si mettono sopra le antiche ferite attraverso le relazioni è un passaggio fondamentale, comprendendo che non si trattava di relazioni sbagliate ma, pur nella sofferenza, della relazione perfetta per quel momento di vita, per rientrare in contatto con noi stessi.
La prima relazione da sanare è quella con noi stessi, il senso di valore personale, l’amore di sé perché solo una persona che si ama è traboccante d’amore e può condividere con gli altri; il calice interiore è pieno, strabocca di amore ed è lì che iniziamo ad incontrare altre persone che traboccano di amore a loro volta.
Finché ci sentiamo carenti, arrabbiati per quello che avremmo dovuto ricevere ma non abbiamo ricevuto e diamo la colpa ai genitori e a tutte le generazioni di Antenati, ci tratteniamo da soli in una prigione di dolore che per molti è una zona di comfort; chiediamoci allora con umiltà a cosa ci serve sentirci vittime, piccoli ed inutili.
Uno sguardo alla tecnica
L’Ascendente nel tema di Luna piena cade in Vergine a 7°53′ (vedi grafico).
Mercurio, pianeta dispositore dell’Ascendente si trova a 5° della Bilancia, in II casa; il Plenilunio interessa l’Asse II/VIII casa, in VIII casa si schiera la Luna in Ariete, disposta da Marte. Dall’altra parte, si posiziona in II casa il Sole in Bilancia, disposto da Venere. Il Sole forma un aspetto di Quinconce (150°) rigenerativo con Urano in Toro, a 1°40′ , in moto retrogrado.
In primissimo piano svetta il coinvolgimento tra la congiunzione Sole/Mercurio, in aspetto di opposizione alla congiunzione Luna/Chirone, tutti quadrati a Saturno in IV casa. La configurazione che vedete nel grafico è un importante quadrato a T, figura speciale in Astrogenealogia.
Sullo sfondo un secondo quadrato a T , Venere e Urano in aspetto di opposizione ed entrambi quadrati alla congiunzione Marte/Lilith in V casa.
Il mio augurio per questo Plenilunio è di amore, quello per noi stessi, quello che ci aiuta a manifestare i miracoli in tutti i settori delle nostre vite, quello che ci apre mondi impensabili e opportunità insperate; e l’augurio di cogliere il meglio che la vita ci offre, ce lo meritiamo tutti, nel cammino di sviluppo e di raffinamento di ciò che siamo, ogni giorno un pezzettino in più.
Buon Plenilunio!
Rossana