Strutturare piccole abitudini: il sogno dei nostri Antenati
Oggi giorno diamo per scontate tante piccole cose: per noi è ovvio poterci lavare con l’acqua calda, fare il bucato con la lavatrice, spostarci in macchina o con i mezzi, ci sono insomma tante comodità che abbiamo acquisito come assodate nel nostro vivere quotidiano, a tal punto che non ne cogliamo più la preziosità.
Quest’ultima viene compresa solo quando si rompe la caldaia e rimaniamo al freddo, la lavatrice ci abbandona e la macchina è in riparazione; allora sentiamo finalmente l’importanza di tutti quegli agi che non abbiamo dovuto creare, perché siamo nati in un’epoca in cui c’erano già.
Per i nostri Antenati, le condizioni di vita erano ben diverse e il sogno di realizzare una piccola sicurezza, una certa stabilità, era un miraggio a volte irraggiungibile. Quello che per noi a volte è noiosa routine, per loro era un costante obiettivo e, per ricordare a noi stessi la fatica profusa dai nostri Predecessori, proprio quando ci adagiamo nel solito tran tran ecco arrivare qualcuno o qualcosa che ci costringe a sovvertire tutti i nostri equilibri, mandandoci in crisi.
Le comodità sono un’eredità importante dei nostri Antenati, che hanno lavorato alla loro creazione
Le piccole abitudini donano sicurezza, consentono alla nostra mente razionale di sviluppare tutti i processi di programmazione di cui tutti abbiamo bisogno per illuderci di poter controllare lo scorrere degli avvenimenti e visualizzarci in una prospettiva futura.
D’altra parte la troppa sicurezza nasconde l’insidia della staticità, spesso ci si aggrappa a ciò che si conosce e non ci si rende conto che siamo in costante divenire; siamo allora in difficoltà quando la vita ci propone, a volte svegliandoci da un lungo torpore, i cambiamenti necessari a traghettarci verso i nostri processi di crescita ed evoluzione; questi terremoti sono necessari e funzionali alla comprensione che non possiamo cristallizzarci nelle nostre abitudini, siamo esseri in costante movimento. Non siamo entità statiche, siamo nati per evolvere e ciò presuppone l’accoglienza dei processi di metamorfosi che tutti attraversiamo.
La rigenerazione delle abitudini: abituarsi al successo
Nel nostro bagaglio di convinzioni c’è spesso la tendenza ereditata ad accontentarsi di poco, e molti luoghi comuni che si usano nelle comuni conversazioni lo testimoniano
Meglio un uovo oggi che una gallina domani
Chi troppo vuole nulla stringe
Mai lasciare la strada vecchia per la nuova
Eppure l’abitudine al vederci piccoli, e poco meritevoli o capaci, in un certo senso ha una funzione ben precisa: quella di tenerci all’interno di una zona di comfort dove non è necessario mettersi in gioco; ma al posto che sentirci al sicuro, ci sentiamo inferiori, inadeguati e paurosi di fare brutta figura.
Siamo piccole preziose perle che insieme formano una collana di enorme valore, un’enorme squadra di successo, vogliamo abituarci a pensare in grande?
Queste energie ci invitano ad uscire allo scoperto essendo disposti a trasformare le nostre abitudini, attraverso la possibilità di diventare adulti, strutturando abitudini diverse da ciò che possono essere state quelle della famiglia e riacquisendo così il potere personale che deriva dalla responsabilità delle proprie scelte, con la soddisfazione derivante dal fatto che il nostro quotidiano diventa specchio della nostra profonda autenticità.
Finché ognuno rimane all’interno del proprio orticello e si innescano dei meccanismi di competizione le possibilità di crescita sono limitate; le cose cambiano modificando il paradigma dalla competizione in collaborazione, due o più persone diverse che collaborano in serenità possono espandersi molto di più sia all’interno della coppia/gruppo, sia come individui singoli, se vengono limitati i propri interessi personali in favore degli obiettivi della relazione/squadra.
La diversità: ricchezza ed originalità
Quante volte, inserendoci a scuola o in un gruppo, ci siamo adattati a dei dettami che non sentivamo nostri, ma che ci garantivano di essere accettati. Se in famiglia abbiamo respirato disapprovazione, delusione rispetto alle idealizzazioni genitoriali, ci portiamo dietro un marchio che riproponiamo anche nelle nostre relazioni, il marchio del non sentirci a posto con noi stessi per ciò che siamo.
Sentirsi a posto con la propria natura non significa ovviamente irrigidirsi sulle proprie posizioni, accade a volte che qualcuno dica “Io sono così, prendere o lasciare”; la relazione è territorio di miglioramento e di profondo rispecchiamento, è delicato l’equilibrio che consente di mantenere la centratura senza perdersi o snaturarsi per accontentare il nostro partner.
L’esposizione della propria originalità di pensiero, unica ed irripetibile, non deve spaventarci; non dobbiamo temere di essere voci fuori dal coro, pecore fuori dal gregge, tutti abbiamo dei potenziali di realizzazione che sono unici ed è buona cosa rispettare i nostri bisogni ed imparare a palesarli senza accumulare l’insoddisfazione che deriva dall’aver taciuto troppo a lungo per paura di essere rifiutati o, ancor peggio, abbandonati.
Nel silenzio nulla prende forma, nulla è chiaro e l’altra persona non può intuire cosa si cela nelle nostre profondità se noi non lo comunichiamo, questo è un Novilunio che invita alla chiarezza espressiva, comunicativa, mentale.
La chiarezza: il dentro o fuori definitivo
Se invece stiamo portando avanti dei progetti di squadra, che contemplano degli obiettivi comuni,questo è un momento adatto a mettersi a tavolino anche con chi tentenna.
L’energia di un gruppo funziona se i singoli si dirigono al medesimo obiettivo
E’ tempo di rinnovamento, è il tempo della ripresa lavorativa ed è bene procedere sia ad una ridefinizione degli obiettivi comuni che delle direzioni dei singoli componenti. Qualcuno può scegliere di uscire da un team, nuovi ingressi dinamizzeranno i progetti comuni, ma è necessaria chiarezza di intenti, non è più momento di tentennare, il cielo è foriero di concretezza, progettualità, nuovi risultati e le parole al vento o, ancor peggio, i silenzi e muri comunicativi non saranno graditi.
Ci dev’essere un cambio di rotta relazionale anche per quel che riguarda i componenti di gruppi che lavorano assieme, l’energia del gruppo funziona solo se i singoli si dirigono al medesimo obiettivo, altrimenti assistiamo a rallentamenti dovuti al fatto che qualcuno ha una direzione diversa. Mai come ora si deve far appello al rispetto del Libero Arbitrio, non possiamo forzare nessuno a rimanere dove non vuole o a far cose che non sente.
Quindi, chiarezza e partecipazione, altrimenti, con umiltà e trasparenza, è meglio ritirarsi e dedicare le proprie preziose energie a ciò che interessa davvero.
E allora vi auguro buona Luna Nuova in Vergine, di grande successo e nuove potenzialità.
Rossana
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